Domenica 11 Settembre 2022

Passi e parole sul Monte Tonale Occidentale

Sul Monte Tonale OccidentaleLe linee disegnate dai sentieri ci parlano della loro storia. Le strade militari salgono con regolarità, per tornanti ben raggiati e superano le asperità delle pendenze con piccole grandi opere di ingegneria d’alta quota. I sentieri del lavoro solcano invece dritto per dritto i pendii più scoscesi: quelli dei boscaioli e dei carbonai si inerpicano per costoni di bosco, quelli dei pastori sono tracce accennate nell’erba di erti prati. “Prest a pàrter, prest a turnà, prest a mörer”.

Ieri salivamo al Rifugio Garibaldi per il sentiero conosciuto come “il calvario”, che ci raccontava delle paure e delle fatiche ciclopiche dei costretti alle armi che lo costruirono e lo percorsero durante la grande guerra; oggi siamo invece al Passo del Tonale e stiamo sudando su una strada di servizio alle piste da sci. Sono i due giorni dell’annuale campeggio di APE Brescia, che a questo giro fa tappa in alta Valcamonica e per l’occasione incrocia i passi amici di APE Milano, del Comitato MTO 2694 e dell’Unione Sportiva Stella Rossa.

In salitaAnche le strade che servono i comprensori sciistici salgono ripide per i versanti; si mantenengono nei pressi della linea degli impianti di risalita e sono pensate per essere percorse con potenti mezzi a motore. Sembra non abbiano un’anima, sono solo lo sfregio di una pala meccanica sul volto della montagna.

Fa ancora molto caldo e il sole ci bersaglia senza tregua mentre camminiamo nel largo solco di terra e sassi; del resto siamo sul versante più esposto. Ma come si riesce a mantenere una pista dove i raggi battono per l’intero arco della giornata? E come si può pensare di costruire proprio in lì dei nuovi impianti? Perché è esattamente quello che rischia di accadere: 80 milioni di euro di finanziamento pubblico, nuovi impianti, nuove piste, nuovi sistemi di innevamento artificiale e una cima spianata.

Siamo qui per questo in fondo, non perché ci piaccia camminare per questa brutta strada: vedere da vicino i luoghi dell’ennesimo scempio, ascoltare la voce di chi si sta opponendo sul territorio a questo progetto, portare loro il nostro sostegno.

Ascoltando gli attivisti del Comitato MTO 2694Messa alle spalle questa parte di salita, sostiamo nei pressi del Laghetto di Bleis, all’esterno di una struttura chiusa che sorge all’arrivo dello skilift; “rifugio” recita l’insegna. Qui gli attivisti del Comitato MTO2694 ci raccontano dei luoghi che stiamo attraversando, delle loro particolarità ambientali e storiche e di come si andrà ad impattare con gli interventi previsti. Amano la montagna, ma non ragionano per parte presa; sono molto concreti nello smontare le insensatezze e le contraddizioni di questo progetto.

In crestaPoi ripartiamo, puntando la cima del Monte Tonale Occidentale; il sentiero corre ora su una cresta aerea tra i resti delle trincee e qui il panorama è grandioso, a 360 gradi. Di fronte a noi, sul nostro senso di percorrenza, i giganti di granito del gruppo dell’Adamello e della Presanella ci buttano in faccia la loro bellezza severa e la loro sofferenza: la Vedretta della Presanella e il ghiacciaio del Pisgana che arretrano inesorabilmente, scoprendo detriti e placche montonate e la figura geometrica e artificiale del sudario che trattiene le spoglie del Presena, ci ricordano una volta di più quanto sia anacronistico questo progetto. Inseguire ancora lo stesso modello di sviluppo, anno dopo anno sempre più energivoro, che non si sostiene più nemmeno economicamente, se non fagocitando enormi risorse pubbliche, è un insulto alla crisi climatica e sociale che viviamo.

Giganti di granitoIn cima ci godiamo la meraviglia, le chiacchiere e le risate tra noi e prima di iniziare la discesa apriamo lo striscione che abbiamo preparato e ci prendiamo qualche foto, per ricordarci della giornata e rilanciare il nostro messaggio: basta cemento sulle montagne!

Torniamo al Laghetto di Bleis per l’altro lato della cresta del Tonale occidentale e ci dirigiamo verso Cima Sorti, per completare un giro ad anello. Ora le linee sono ancora quelle morbide di un sentiero militare; lungo i panoramici traversi i muri a secco, i resti delle trincee e dei baraccamenti ancora ci parlano.

Le montagne sono il nostro posto, il nostro spazio condiviso, ma noi non ne siamo i padroni.Al ritorno